...del 4, 5 febbraio e qualche giorno dopo
di Bruno Dei
Come i quattro amici al bar di Paoli,
un gruppetto di podisti pontini una sera durante una conviviale
post-corsa, nel discutere del più e del
meno si soffermarono sulla circostanza condivisa dell’affievolimento delle
emozioni derivante dalla partecipazione alle domenicali scarpinate più o meno
impegnative.
Fu così che nacque l’idea di
organizzare un qualche cosa che rompesse con la consuetudine un po’ come la
gita fuori porta dopo un inverno rintanato in casa per la cattiva stagione
invernale.
Molteplici e piccanti furono le
proposizioni, ma quello che prevalse
alla fine fu quello di riprovare a fare la mezza maratona di Sorrento
2012 dato che quella del 2011 era “andata buca” per effetto dei cumuli di
rifiuti che ostruivano il percorso.
O fu per la curiosità di vedere se i
rifiuti erano stati rimossi o per la serie che l’uomo non sbaglia mai, o per
l’idea di correre in mezzo agli agrumi, o controllare se il Vesuvio non è più
in grado di arrecare danni a Pompei dato che Pompei i danni se li procura da
sé, comunque alla fine “il dado fu tratto” Sorrento 2012 e che nulla manchi per
una vera avventura da emozioni forti.
Fu così che la solerte e fortissima
organizzazione della Podistica Il Ponte di Scandicci in quattro e quattr’otto
mette insieme podisti, accompagnatori, pullman,
alberghi, iscrizioni e tutto quello che necessita per l’occasione,
compresi premi e cotillon per tutti.
Per non farsi mancare nulla viene
organizzata una sorta di richiesta agli astri che influiscano sul clima in modo
che il programma, ben pianificato, abbia a subire tutti quegli imprevisti
impossibili anche da immaginare per rendere la spedizione una sorta di Odissea
da ricordare per sempre.
Gli astri benevoli, fecero sì che già
qualche giorno prima della partenza tutta Italia fosse sotto una coltre di neve
tanta o poca che fosse comunque da creare allarme generalizzato su tutti i
media.
Il caos generato anche per poco, fu
tale che i treni, quei pochi in esercizio, avevano accumulato 5-8 ore di
ritardo con lagnanze dei malcapitati viaggiatori lasciati sui binari senza
assistenza e informazione.
Roma paralizzata ma invece di spalare
la neve tutti erano in televisione l’uno contro l’altro a dire cosa fare purchè
fosse fatto dagli altri. L’autostrada chiusa a tratti e la parte aperta,
traffico fermo per il controllo delle catene a bordo dei mezzi in viaggio. Le
previsioni del tempo annunciavano le prime prove dell’apocalisse prossima
ventura e consigliavano di rimanere chiusi in casa cosicchè la gente spaventata
faceva incetta di tutto svuotando gli scaffali dei supermercati per il timore
di carestie prossime venture a seguito del ghiaccio previsto in ogni dove, dato
che la temperatura doveva scendere a circa -20°.
Come se non bastasse la Russia ci ha
chiuso il gas o meglio lo utilizzavano loro cosicchè per la paura di rimanere
al freddo è stata disboscata tutta la pendice di Monte Morello soprastante della
Chiusa a Legri. Le ramaglie lasciate sul pendio sarebbero sufficienti nella
prossima primavera, per fare una “braciata” di rostinciana, bistecche e salsicce da sollazzare tutto il
circuito di podisti della Provincia di Firenze.
Venerdì 3 febbraio 2012, la
televisione annunciava catastrofi in ogni dove, i morti per il freddo e le
intemperie erano già più di 40, ma il peggio doveva ancora venire.
In questa funesta situazione i pontini
si attendevano la rinuncia per sopravvenute cause di forza maggiore,
all’avventura.
Qualcuna rinunciava nel presupposto
che avendo sì implorato eventi straordinari, ma essendosi verificate condizioni
eccezionali, ha ritenuto che gli astri non lo avessero né ascoltato né inteso.
Eccezione nell’eccezione dal quartier
generale del Ponte in serata fu tuonato “Si parte con qualsiasi condizione
metereologica” e “boia chi molla”.
Fu annunciata qualche pavida
defezione, ma il nucleo dei “duri” ha retto senza inclinazione alcuna per cui
tutti alle 6.15 al Comune di Scandicci per la partenza.
Alzatisi gli eroi temerari prima
dell’alba del 4.02.2012, e, messo il naso fuori della finestra, realizzarono
che la temperatura era polare, -10° circa. Nulla ormai poteva fermare i
pontini, che approntate le borse e i bagagli, si sono incamminati verso i punti
di ritrovo armati dal grande desiderio di come potrà andare a finire questa
ardimentosa storia. Qualcuno per l’emozione di arrivare tardi, è arrivato alle
6.08 all’appuntamento delle 6.15 già anticipato rispetto alle 6.30 previste per
la partenza. Sorpreso di non trovare nessuno e rintirizzito nelle membra e
nella mente per il -8°, ha avviato a pensare che forse la gita era stata
annullata nella notte o forse il punto di ritrovo era stato spostato sotto le
logge del Comune o nel sottosuolo delle Torri Roger in costruzione.
Eseguiti i sopralluoghi con esito
negativo non restava che telefonare a qualcuno che desse delucidazioni, avuto
conferma “del sempre avanti prodi pontini” non è rimasto che attendere, avendo
cura di correre intorno al palazzo comunale per evitare l’assideramento.
Alle 6.40 arriva il pullman e la
spedizione prende avvio.
Sul pullman assieme al piacere della
partenza per una mini vacanza, si respira l’aria e l’ansia se sarà possibile
arrivare a Sorrento e in quale tempo e con quali inconvenienti, soste e code
per la neve caduta negli ultimi giorni.
L’avvio sembra incoraggiante, ma
arrivati in Valdichiana ci dirottano fuori autostrada in una area di servizio
colma di camion e autoarticolati in mezzo alla neve in un ambiente lunare; è
ancora buio la neve bianca illumina quale riflesso dei lampioni per quello che
può un caos indescrivibile abbinato alla totale assenza di informazione rende
il tutto criptico e di difficile decifrazione.
Fortuna vuole che il tutto è generato
per il controllo delle catene a bordo.
Il viaggio riprende, per evitare altre
soste gravide di pericoli, i pontini trattengono al massimo l’urea che per la
paura si era depositata nella vescica gonfiandola in modo innaturale tanto che
ultimato il tratto autostradale innevato, la sosta è stata richiesta o meglio
urlata a gran voce. L’autista scampato il pericolo neve, temendo ora
l’alluvione, prima di scendere, ha raccomandato a tutti di farla nel buco per
evitare da parte dei podisti, il ripetersi della pessima abitudine della
concimazione delle siepi.
Così come ogni viaggio alla fine ebbe
approdo a metà del pomeriggio di sabato 4.02.2012 nel porto di Sorrento,
ostello bramato dai Pontini.
Preso alloggio con le solite
difficoltà generate dalla creatività dei pontini e dalla improvvisazione dei sorretini,
il tutto sembrava aver trovato la giusta dimensione per portare a termine
l’agognata prestazione della mezza maratona di 21,097 km.
C’era da ritirare i pettorali, il
pasta party, da caricare i muscoli di carboidrati per il giorno successivo, il
convegno di Stefano Baldini olimpionico di maratona, conoscere Sorrento e i
Sorrentini.
Abbandonate le tensioni, i pontini
trovarono modo di sperdersi e spargersi per Sorrento e dintorni alla ricerca
dei Ciclopi e delle Meduse, ma senza successo qualcuno si imbattè in un babà,
qualche altro in dei limoni a km 0 la maggior parte in un caffè napoletano.
Si fece così l’ora della cena; il
pasta party era servito in piazza “calamarata” per tutti, ma potevano i nostri
prodi rinunciare alla pizza e alla mozzarella? Pizzeria per tutti fu, chi
raccontava dei record, chi pronosticava performance da guinness di primato, chi
ammoniva sulle salite e le curve del percorso, chi raccomandava di partire
prima dell’alba per scaldare i muscoli, chi avendo assistito alla presentazione
degli allenamenti di Stefano Baldini, distribuiva una tabella allenamenti che
prevedeva:
-
230 km a settimana di cui
-
100 di ripetute
-
100 di lunghi
-
30 di scatti
per poter vincere la gara
dell’indomani.
Così dopo pasta, pizza e mozzarella
tutti a letto!
La notte fra incubi, cattiva
digestione della palla di pizza e mozzarella creatasi nello stomaco dei più
ammorbidita dal vinello “nero di tufo”, insonnia per lo stress da attesa di
eventi memorabili passa velocemente tanto che alle 6.30, ora fissata per la
colazione, tutti i podisti erano già pronti vestiti, massaggiati e stirati in
tutti gli arti. La tensione era alle stelle tanto che in albergo rimasero
impressionati come potesse esser stata divorata una cesta di brioches in meno
di 5 minuti.
La carica elettrica raggiunse livelli
impressionanti nel viaggio per raggiungere la partenza situata a 20 km alle
Terme di Castellammare di Stabia.
Ancorchè fosse prestissimo, tanto che
nessuno potesse indicarci la strada, noi ci perdemmo. L’occasione fu propizia
per capire finalmente a pieno cosa significhi “affogare in mezzo bicchier
d’acqua”.
Gira e rigira, con un pullman di 12
metri, per stradette larghe al massimo 3 metri, la partenza di oltre 1000
podisti a noi risultava sconosciuta.
Qualcuno scese dal pullman qualche
altro si informò e come tutte le storie, anche questa trovò il suo lieto fine.
L’elettricità scatenata dalla tensione
emotiva fu tale che le lampadine del pullman rimasero accese tutto il tempo
anche a motore spento e interruttori chiusi qualcuno parlò di “energia
cosmica”.
Finalmente alle 9.00 di domenica
5.02.2012, si parte, il percorso, il mare, il Vesuvio imbiancato, le isole in
lontananza e tutto il resto hanno fatto cornice al manipolo di pontini
impegnati a cimentarsi su terreni inusuali.
La performance ha avuto risultati
lusinghieri 1 ora e 23 il primo, 2 ore 22 l’ultimo, tutti arrivati cosicchè
premi e regali per tutti.
Ancor meglio il proseguo abbuffata di
pasta, pesce, limoncello e vino prima di rimettersi sulla strada del ritorno.
In pullman rilassante le membra ci fu
una pausa di sopimento e come succede nelle sedute spiritiche qualcuno avviò ad
invocare gli assenti.
Dal fondo si sentì venire una voce
lontana che chiamava:
-
Vannucci Remo
-
Butini Maurizio
-
Farndi Antonella
-
E via via la voce sempre più sfocata
continuava ad evocare nomi e gesta di chi non c’era.
Il richiamo fu così forte che con
l’aiuto dell’oroscopo letto nella circostanza, si realizzò che Marte incontrava
Venere nel trigono con la Luna per un giro di ballo, ma Giove che doveva
suonare non era arrivato perché Saturno che lo doveva accompagnare era in
sciopero per il freddo che gli avevamo chiesto di allestire anche Uranio
chiamato in soccorso non era disponibile dato che era stato decretato sulla
Terra il divieto di arricchimento da parte dell’IRAN e stemperato le scorie
impoverite nelle acque dei mari e dell’Oceano Pacifico.
Per sopperire a contante assenze,
qualcuno pensò di materializzare l’immateriale.
Accadde così grazie allo “spirito” dei
pontini che:
a)
conclusero la maratonina di Sorrento
con tempi ragguardevoli anche chi non c’era;
b)
un piatto con 500 kg di spaghetti
cotti e conditi richiesto per il pranzo di un assente fu mangiato in pochi
minuti.
È così che fra il naturale e il
soprannaturale l’odissea pontina a seguito…..
Per allietare la scorribanda il Ponte
aveva organizzato una ulteriore premiazione dal primo all’ultimo arrivato (25
anni) e dall’ultimo al primo (29 premi) e per esser certi che tutti fossero
stati premiati, si fece un terzo giro con estrazione a sorte (31 premi) totale
92 premi.
Rientrati a Firenze, felici e contenti
di aver trascorso un vero weekend ricco di emozioni tutti pensarono che tutto
sarebbe finito lì e si apprestavano a riprendere il solito tran-tran.
Giunti a Scandicci, scesi dal pullman
i pontini si guardarono intorno per vedere se un vecchio cane di antico pelo
gli si facesse incontro.
Volto lo sguardo in ogni dove e non
scorto alcunchè, i più solerti chiesero ai pochi passanti infreddoliti se
avessero visto di lì a poco un cane o un animale simile aggirarsi randagio e
sperso per le vie semideserte del paese o del contado.
Nessuno appalesò alcunchè uno gnomo
sfrattato dal prato ove sono in costruzione le Torri Roger, intento nel
trasloco, con voce roca e rotta dalla fatica farfugliò che Giunone per
attenuare i rigori del gelo aveva trasfigurato un vecchio cane in stufa da
riscaldamento che ora fa bella mostra da “expert” nel centro commerciale.
I pontini rattrappiti dal lungo
viaggio in autobus, e scettici per natura, i più si avviarono verso casa, una
compagnia picciola considerate le radici di provenienza antiche di darviniana
elaborazione presi dalla curiosità si avviarono in direzione del centro
commerciale.
Giunti in loco scorsero subito dalla
vetrina che in bella mostra c’era la stufa ARGO smaltata e lucidata utile a
intiepidire le spelonche ormai remote.
Un pontino fece notare che
l’allestitore del negozio aveva accostato alla stufa un vecchio, ma forte, arco
con delle frecce di legno massello appuntite al punto tale che avrebbero
oltrepassato anche la pelle coriacea di un bisonte.
Un altro più perspicace arguì che tale
accostamento rappresentava il trascorrere del tempo attraverso l’accostamento
dell’antico al moderno dando così il senso del vissuto tempo per tempo, giorno
per giorno, anno per anno e così via come una ruota che inesorabilmente gira
compiendo in un’intera rotazione un anno e così il contagiri sottoinstallato
oggi segna 2012 d.c.
Il più giovane della combriccola disse
“s’avvedere se funziona?”.
L’ultimo quasi a formare un coro
aggiunse “io ho un RONSON a benzina AGIP” si può provare ad accenderla con
questo.
Quello che nessuno farebbe mai da solo
diventa facile in gruppo e fu così che l’arco e le frecce di legno finirono
nella stufa e l’accendino fece il resto e la nuvola di fumo conseguente fece
allarmare i commessi del centro commerciale e allontanare i pontini che
decisero di tornare a casa.
Fu così che la miniodissea volse verso
il termine per esaurimento dei beni strumentali ridotti in cenere. Per non farsi
mancare nulla, qualcuno chiese con insistenza il seguito e gli astri si fecero
sentire, ancora una volta ci avete invocato e ora aspettatevi tutto il maltempo
che abbiamo approntato.
La settimana dal 5 all’11 febbraio un
vero incubo: il polo nord rimanda al polo sud l’aria fredda, la Siberia si
libera dei venti ghiacciati, a Trieste la bora viene scambiata per l’apertura
della porta dell’inferno dantesco per il cambio dell’aria al lago di Cocito. Domenica
12.02 a Maiano anziché organizzare la solita gara settimanale, hanno
predisposto la corso nella neve per il freddo, ai partecipanti hanno consegnato
una maglia di pile per coprirsi meglio.
I pontini intenti a preparare la mezza
maratona di Scandicci per il 19.02.2012, riunitisi per l’organizzazione, hanno
rivolto lo sguardo al cielo e in coro hanno gridato “ora basta” ci siamo rotti
tutto ha un limite la “dead line” è il 18.02.2012 poche parole ai buoni
intenditori. Con rinnovata fiducia i pontini dopo lo sfogo si sono messi a
lavorare alacremente con direttive precise:
-
donne alle torte
-
uomini alle righe
-
volontari con la bandierina in mano a
indicare il percorso.
-
avete perso la tramontana
-
il grecale ha fallito
-
lo scirocco l’avete lasciato a
Sorrento
-
il maestrale è a ripetizione alla
Montessori
tornate a Sorrento nel 2013 a
riprendere lo scirocco che vi siete dimenticati lì.
Virgilio nella tomba si è girato
dall’altra parte bofonchiando, speriamo che questi strulli siano in grado di
dare retta a chi ne sa più di loro.
Ulisse sentitosi vilipeso da questa
odisseina scandiccese mormorò ripetete, ripetete e vedete di fare meglio la
prossima volta.
Calato Dal Cielo
...belle parole grande bruno,mi viene ancor di più il rammarico di non aver potuto partecipare a questa bella gita,ma come mormorò ulisse,cercheremo di fare meglio la prossima volta con uno "strullo" in più...CIAO
RispondiEliminaby iggiova